Passa ai contenuti principali

L'efferatezza degli omicidi di stampo mafioso mostrata attraverso l'antropologia forense

Source: lagazzettadelmezzogiorno.it

In un mio recente post ho parlato della terribile pratica della "morte nel forno a microonde", modalità di esecuzione che si sta diffondendo tra i trafficanti di droga di Rio de Janeiro. In questo post riporto uno studio molto interessante condotto da medici legali e ricercatori italiani dell'Università di Foggia e di Malta, che mostra attraverso l'analisi forense l'efferatezza delle esecuzioni messe in atto dalla mafia italiana. 
L'organizzazione criminale in questione è quella della "Mafia del Gargano", uno dei gruppi mafiosi indipendenti presenti in Puglia, poco conosciuto, ma riconosciuto dalla Corte suprema di cassazione come il più pericoloso in Puglia e tra i più efferati in Italia.
La mafia del Gargano è stata infatti riconosciuta dalla Cassazione come organizzazione criminale solo nel 2009, nonostante le sue attività criminali siano iniziate all'inizio degli anni 90'. I componenti della famiglia che ne è a capo, i Li Bergolis, venivano inizialmente considerati dalla autorità dei "semplici" delinquenti di campagna, detti anche "montanari", in quanto pastori, i cui delitti erano perlopiù legati alle proprietà terriere e al controllo di pascoli e boschi. Negli anni l'organizzazione si è evoluta ad immagine delle ben più famose camorra e 'ndrangheta, operando anche all'estero, attraverso il contrabbando di armi e sigarette, il traffico di esseri umani (gestendo gli spostamenti degli immigrati clandestini) e le estorsioni. La mafia del Gargano è responsabile di almeno 198 omicidi. Alcuni di questi appartengono al genere della cosiddetta "lupara bianca", espressione usata per descrivere gli omicidi di stampo mafioso che prevedono l'occultamento del cadavere con metodi terribili come lo scioglimento nell'acido, le colate di calcestruzzo o l'aggiunta di pietre per far finire il corpo sul fondo di acquitrini isolati.  

Gettare i cadaveri in burroni e gole profonde al fine di disfarsene è pratica comune tra i mafiosi, specialmente per la mafia del Gargano. La grava di Zazzano, una delle cavità carsiche del Gargano, larga 30 metri e profonda 107, è diventata una sorta di "cimitero" delle vittime della mafia. Qui infatti sono state ritrovate più di 20 macchine ammassate sul fondo, e all'interno di alcune di esse sono stati ritrovati resti umani appartenenti a persone scomparse da anni e che sono state letteralmente giustiziate.

A-B-C: la grava di Zazzano e alcuni degli investigatori forensi che si recano sul fondo; D: i resti delle macchine accumulatesi sul fondo della grava. Source: Pomara et al., 2015

Il "cimitero" è stato casualmente scoperto da un team di speleologi, e in seguito al ritrovamento la Procura ha aperto un'indagine. L'investigazione forense ha portato al recupero dei resti di 4 persone, ritrovati a quattro differenti livelli di profondità.
I primi resti sono stati trovati ad una profondità di 70 m, dentro il bagagliaio di una macchina. Costole, ossa pelviche, e ossa degli arti superiori e inferiori sono state ritrovate parzialmente nascoste all'interno di una borsa di plastica. Gli arti portano segni di legature fatte con una corda attorno a polsi e caviglie. Fuori dalla macchina, vi era una busta di plastica contenente i resti di un cranio umano. 
La gran quantità di fango presente sul fondo della grava ha reso le operazioni di recupero e identificazione molto difficili. Dopo la rimozione del primo cadavere, le macchine sono state gradualmente rimosse dalla grava. 
Dentro il bagagliaio di un'altra macchina, 3 metri più in basso, altri resti umani sono stati ritrovati in una grande borsa di plastica, e includevano una mandibola, frammenti craniali, costole, vertebre, arti e pelvi. Quando sono state rimosse altre macchine, il terzo cadavere è stato scoperto steso nel fango in posizione prona, ad una profondità di 80 metri. Una borsa di plastica copriva la testa e parte del tronco. Inoltre, nella borsa vi era la cartuccia di un fucile. Anche in questo caso, le gambe erano state legate con una corda. 
Il quarto corpo era 4 metri più in basso, supino e coperto di fango, con la testa chiusa in una busta di plastica. 
I resti sono stati trasferiti all'Istituto di Medicina Legale dell'Università di Foggia, dove sono stati sottoposti ad analisi osteologiche, studi radiologici, TAC (più precisamente, la total-body Multi Detector CT-Scan, con applicazione della MIP, o proiezione di massima intensità, che permette di ottenere immagini bidimensionali delle strutture dense), e analisi genetiche per l'identificazione, dove tamponi buccali con campioni del DNA dei parenti delle persone scomparse sono stati usati per la comparazione dei profili genetici.
Per quanto riguarda il primo individuo, l'analisi del DNA ne ha confermato l'identità: trattasi di un uomo di 27 anni scomparso nel 2001. Il DNA ottenuto dalle ossa è stato comparato con quello della madre e del fratello. Il cranio e le ossa lunghe riportano fratture multiple, senza segni macroscopici e radiologici di guarigione, il che significa che i traumi sono peri-mortem, ovvero si sono verificati poco prima o al momento della morte. 
Il secondo individuo, anch'egli identificato attraverso il profilo genetico, è un uomo di 44 anni, scomparso nel 1991. I suoi resti mostrano fratture multiple al cranio, alle costole e alle ossa lunghe, senza segni di guarigione. 
Il terzo individuo è un uomo di 56 anni scomparso nel 2001. Il suo DNA ha inoltre confermato che il soggetto era imparentato con la prima vittima, trattandosi specificamente di padre e figlio. Anche nel suo caso, vi sono fratture multiple al cranio e alle ossa lunghe, senza segni di guarigione. La TAC mostra diversi proiettili che hanno perforato da sinistra la prima e seconda vertebra lombare e la prima e terza vertebra sacrale.
Per il quarto individuo, non sono stati ritrovati campioni di DNA compatibili per la comparazione. Il suo profilo è nel database della polizia, e la sua identità per ora è sconosciuta. I suoi resti mostrano fratture multiple al cranio, alla sesta costola, e alle ossa lunghe, anche qui senza segni di guarigione. Questo caso è particolarmente impressionante. Gli omeri e il femore sinistro mostrano segni multipli lineari sull'osso corticale, perpendicolari all'asse principale, con fratture associate. Sono i segni di ripetuti tentativi di smembramento, fatti con un'arma tagliente come un'ascia o una mannaia. Inoltre, la TAC mostra un frammento metallico attorno ad una ferita d'entrata nell'osso parietale destro, e frammenti metallici dentro il corpo della dodicesima vertebra toracica.

TAC del corpo n. 4, con ricostruzione in 3D e ricostruzione MIP con evidenziamento delle ossa (a) e degli oggetti metallici (b). Nell'immagine a, si notano le fratture multiple e i segni di smembramento sugli omeri (mostrati anche nelle due finestre a colori); nell'immagine b, si notano i frammenti di proiettile nell'osso parietale destro e un proiettile nel corpo della dodicesima vertebra toracica. Source: Pomara et al., 2015.    

La causa del decesso stabilita per tre dei quattro individui (per il secondo caso non è stato possibile accertarla), rispecchia le modalità mafiose di omicidio e occultamento di cadavere.
Nel primo caso, la presenza della borsa di plastica contenente parte dei resti, l'evidenza di legature con una corda attorno a polsi e caviglie, così come il cranio chiuso in un'altra busta, ha portato a ipotizzare che la causa del decesso sia l'incaprettamento con soffocamento, e che i sacchetti separati siano serviti a facilitare il trasporto e a liberarsi del corpo. Piccola parentesi per chi non ne fosse al corrente: il cosiddetto "incaprettamento" è un metodo mafioso utilizzato per uccidere la vittima di turno, che consiste nel legare braccia e gambe all'indietro e collegare la corda al collo, in modo tale che il malcapitato si strangoli letteralmente da solo.  
Nel terzo individuo, la presenza di legature sulle gambe, la borsa di plastica con i frammenti craniali, e la scoperta di elementi metallici estranei hanno confermato la morte per colpi di arma da fuoco multipli alla regione addominale.
Nel quarto caso, la presenza di una ferita da arma da fuoco nell'osso parietale destro con frammenti di proiettile e una frattura alla costola suggerisce una morte causata da un colpo di arma da fuoco alla testa e dall'attraversamento di un proiettile nel torace. Il soggetto è stato inoltre soggetto a tentativi di smembramento in seguito alla sua morte, probabilmente al fine di facilitarne l'occultamento.

La scena del crimine e le prove recuperate e analizzate portano a concludere che molto spesso i cadaveri delle vittime della mafia del Gargano vengono trasportati in macchina verso luoghi isolati, che l'atto di coprire la testa e alcune parti del corpo con buste di plastica potrebbe essere interpretato come un modo per eliminare i segni di sanguinamento dalle ferite mortali durante il trasporto, e che probabilmente le legature sulle gambe così come i tentativi di smembramento vengono effettuati per facilitare il trasporto del corpo dopo l'omicidio/esecuzione.
Inoltre, viste le date in cui le vittime identificate sono scomparse, si evince che la mafia del Gargano abbia utilizzato la grava di Zazzano per almeno 10 anni, il che suggerisce che la mafia/le mafie dispongono di una chiara "mappa" dei luoghi ideali dove è possibile occultare i cadaveri con minime possibilità di essere scoperti.


Fonte: Pomara, C., Di Peri G., Salerno, M., Maglietta, F., Sessa, F., Guglielmi, G., Turillazzi, E., 2015. "Lupara bianca", a way to hide cadavers after Mafia homicides. A cemetery of Italian Mafia. A case study. Legal Medicine, 17 (3): 192-197 



Commenti

Post popolari in questo blog

Un approfondimento sui decessi per impiccagione e strangolamento

Source: Getty Images Il collo umano è molto vulnerabile ed esposto a lesioni potenzialmente mortali, per via del suo diametro relativamente piccolo, della mancanza di una schermatura ossea, e della sua stretta associazione con le vie respiratorie, il midollo spinale, e i principali vasi sanguigni.  Le forme più comuni di decesso legato a lesioni del collo sono l'impiccagione e lo strangolamento. L'impiccagione può essere completa o incompleta: si definisce completa quando tutto il corpo è sollevato dal suolo e l'intero peso della vittima è sopportato dal collo; si definisce incompleta quando una parte del corpo tocca una superficie e il peso della vittima non è totalmente sopportato dal collo. L'impiccagione viene anche classificata a seconda dell'intento: giudiziaria, omicida, suicida, autoerotica, ludica o accidentale.  Nelle impiccagioni di tipo giudiziario, che si rivelano essere spesso quelle più estreme, vi è un'effettiva decapitazione, con una

La figura dell'antropologo forense: ruolo, formazione e problematiche annesse

Source: Boston University School of Medicine Negli ultimi anni, l'antropologia forense è diventata una disciplina sempre più complessa, che richiede competenze specifiche ed esperienza in altre determinate discipline che in passato non erano solitamente correlate all'antropologia forense. Infatti, per diventare un antropologo forense qualificato, oggi bisogna completare lunghi e intensi anni di studi. Il numero degli antropologi qualificati e certificati è in costante aumento. Tuttavia, vi sono ancora idee equivoche sull'antropologia forense, anche nella stessa comunità scientifica, che soprattutto nelle indagini di tipo legale/forense possono costituire un serio problema. Ciò accade perché a volte si sottovaluta la complessità della formazione di un antropologo, e si tende a pensare che alcune figure professionali, come ad esempio i patologi, possano in teoria lavorare sui resti scheletrici, semplicemente frequentando qualche corso integrativo di antropologia. Fonda

"I rischi del mestiere": i potenziali pericoli dell'antropologia forense

Source: University of Huddersfield Gli antropologi forensi operano quotidianamente sui resti umani, scheletrizzati e decomposti, quindi sono esposti ad una serie di potenziali pericoli per la salute. Oltre al fatto stesso di maneggiare resti umani decomposti, altre potenziali fonti di rischio sono il lavoro sul campo e gli attrezzi usati in laboratorio. Ad esempio, ci si può ferire durante l'utilizzo del bisturi, si può contrarre un'infezione, o si può essere esposti a patogeni per via di schizzi di fluidi contagiosi che hanno contatto con le mucose o con eventuali ferite già presenti, per inalazione di particelle infettive, o per diretta inoculazione con oggetti taglienti. Nella ricerca antropologica, è in costante aumento il numero di strutture che studiano la decomposizione dei resti umani, le cosiddette "body farm", dove numerosi corpi donati volontariamente vengono disposti in estesi campi per osservarne da vicino il processo di decomposizione. Le donazion

La determinazione dell'epoca del decesso: metodi e problematiche

Stabilire l'epoca del decesso è fondamentale in ambito forense, perché sapere esattamente quando una persona è deceduta può aiutare anche a capire quale sia la causa del decesso e chi sia coinvolto nella sua morte. Inoltre, nel caso di un corpo in avanzato stato di decomposizione, mummificato o scheletrizzato, stabilire l'epoca del decesso aiuterebbe innanzitutto a stabilire se il corpo ritrovato sia di interesse archeologico o forense.  Capire quale sia il momento esatto in cui una persona ha smesso di vivere non è affatto facile, né tantomeno immediato, come spesso si vede nelle serie tv, dove dopo una sola occhiata il coroner è in grado di dire addirittura l'ora esatta del decesso. Incredibilmente errori grossolani di questo tipo si vedono anche nella vita reale, come nel caso ormai noto in Italia della morte di Dale Pike, il cui referto autoptico stabilisce sia morto tra le 18:00 e le 19:16, cosa del tutto ridicola che ha però contribuito a far finire in carcere negli S

I tumori benigni e maligni dell'osso

I tumori sono il risultato di una proliferazione incontrollata di cellule, che non sono normali sia nella forma che nelle dimensioni, e vengono riconosciute come estranee dal sistema immunitario. La causa di un tumore è solitamente multifattoriale. Tra le moderne cause di tumore vi sono radiazioni, dieta, consumo di tabacco, alcool o droghe, occupazione, infezioni, e predisposizione genetica. Quest'ultima sembra avere un ruolo importante nei tumori al seno e alle ovaie, nel retinoblastoma, nella neurofibromatosi, nei melanomi e nel tumore di Wilms, che colpisce i reni. Ad oggi si contano più di cento tipi diversi di tumore, sia benigni che maligni (e tumori benigni che si trasformano in maligni). Tra questi, oltre 40 colpiscono le ossa, inclusi cartilagine, tessuto connettivo fibroso e vasi sanguigni vicini. Gran parte dell'evidenza archeologica di tumori è rappresentata da lesioni scheletriche, ma è importante chiedersi quanto siano precise le diagnosi di tumore fatte solo o

Le fratture ossee derivanti dai diversi tipi di caduta fatale

Punto d'impatto di una caduta da altezza che ha causato la morte di un lavavetri a Tacoma (WA), negli Stati Uniti. Source: thenewstribune,com Le cadute sono tra le principali cause di morte o di lesioni fisiche non intenzionali. Vi sono moltissimi tipi di caduta, ed ognuno di essi costituisce un evento complesso e unico che produce forme uniche di trauma osseo. L'unicità e la complessità di ogni singola caduta sono da attribuire alla molteplicità di eventi che possono intrecciarsi tra loro; le forze generate durante la caduta sono diverse, così come le conseguenze che queste hanno sulle differenti aree dello scheletro. Per un antropologo forense sarebbe di particolare interesse riconoscere le morfologie dei vari traumi ossei e la loro distribuzione per ogni tipo di caduta, per poter ricostruire le circostanze dell'evento traumatico. Studi clinici e forensi incentrati sui trami ossei risultanti dalle cadute vengono condotti sin dagli inizi del 1900. Uno dei primi cas

Cenni su balistica e ferite da arma da fuoco

Una fetta importante delle lesioni riscontrate nei casi forensi è costituita dalle ferite da arma da fuoco. Se si escludono i contesti militari e/o di guerra, nei casi che coinvolgono civili la gran parte delle ferite da arma da fuoco deriva da pistole, carabine e fucili da caccia.  Per individuare correttamente una ferita da arma da fuoco sui resti umani, ossei e non, bisognerebbe avere una conoscenza basilare della struttura e del funzionamento delle armi da fuoco più comuni, dei proiettili e della loro interazione con i tessuti molli e ossei. Una cartuccia comprende una base o fondello (4), un bossolo (2), della polvere da sparo (3), e un proiettile (1): Source: Wikipedia Dalla base viene innescata (5) la polvere da sparo, la cui combustione produce un gas che spinge il proiettile, poi rilasciato dalla cartuccia al momento dello sparo. Il calibro è il diametro del proiettile ed è indipendente da massa, velocità e struttura dello stesso. Generalmente i proiettili sono

Gli effetti dell'abuso di alcol sulle ossa: un problema per le analisi antropologiche forensi

Source: jonbarron.org In antropologia forense, l'analisi dei resti umani è condizionata dalla comprensione dei processi di rimodellamento osseo, nei quali il tessuto osseo più vecchio viene costantemente sostituito da tessuto osseo più giovane. Il turnover osseo condiziona fortemente l'assegnazione dell'età del decesso e la distinzione tra lesioni ossee ante- e post-mortem. Inoltre, stabilire il momento in cui una determinata lesione ossea ha avuto luogo può essere fondamentale nei casi forensi dove vi è una morte per trauma o una storia cronica di abusi fisici; anche qui una conoscenza approfondita del ritmi di rimodellamento osseo e di eventuali fattori che potrebbero condizionarli è fondamentale. L'alcolismo è uno di quei fattori che risultano problematici per l'assegnazione dell'età e l'analisi dei traumi, perché gli effetti che esso ha livello osseo sconvolgono il normale ritmo di rimodellamento. L'abuso di alcool e la dipendenza da esso (a

Le principali differenze tra ossa umane ed animali - Parte I

Scheletro umano, scheletro di cervo reale, e scheletro aviario (non in scala). Source: psychic-vr-lab.com; Lydekker & Sclater, 2011;bafari.org Resti scheletrici sia umani che non umani, interi o frammentati, possono essere ritrovati in contesti sia archeologici che forensi, come scene del crimine, fosse comuni o disastri di massa, o anche semplicemente in bagagli dal contenuto sospetto. Individuare la natura umana o animale delle ossa è importante, perché nella gran parte delle investigazioni di tipo forense la procedura verrebbe interrotta se i resti ritrovati si rivelassero essere animali, e si risparmierebbero tempo e denaro. A meno che non si tratti di un'investigazione incentrata sul traffico di specie animali protette o per la quale i resti di un animale possano dare indizi significativi, i resti scheletrici non umani non sono vitali nei casi forensi. Anche nei contesti archeologici, il ritrovamento di resti umani ha certamente un valore diverso rispetto a quello